Il Molino Tuzzi dal 1905 rappresenta un valore
per tutto il territorio, con il suo antichissimo
stabile, risalente al XIII secolo, di cui rimangono
ad oggi, oltre all’intera struttura, la pila per l’orzo,
il batti baccalà, la macina in pietra e tutti
gli organi di trasmissione. Il suo valore non è
solo storico-architettonico, ma deriva soprattutto
dai suoi prodotti e dall’impostazione della
produzione.. Già nella seconda metà degli
anni ’90 é uno dei primi produttori in regione di
farina di mais proveniente da coltivazione biodinamica,
ma ai Tuzzi non basta fare le cose
per bene; bisogna anche comunicarlo e condividerlo!
E’ così che dagli anni 2000 si fa intensa l’attività
didattica con visite di scolaresche provenienti
da tutta la Regione. Quello dei Tuzzi è l’unico
molino artigianale in attività nell’area delle
provincie di Gorizia, Trieste e di tutto il territorio
sloveno a ridosso del confine, ed è sicuro alleato
di tanti piccoli coltivatori, sia italiani che sloveni,
custodi delle antiche varietà autoctone e
del patrimonio agricolo del Collio e di tutto l’areale
circostante. Il Molino Tuzzi, assieme al Panificio
Iordan, all'azienda agricola “La Fattoria”
di M.Grinovero e ai consumatori del Friuli Orientale
hanno costituito, all’interno del “Forum dei
Beni comuni ed Economia solidale FVG” il primo
“Patto di filiera della farina del Friuli Venezia
Giulia” per la produzione di farine e derivati di
alta qualità ma economicamente accessibili a
tutti, prodotte con metodi sostenibili e svincolati
dalle leggi di mercato.
Agricoltori, trasformatori e consumatori hanno
quindi iniziato insieme un percorso durante
il quale si sono presentati e condivisi i costi per
la produzione del grano e per la sua trasformazione
e si sono scelti insieme le modalità produttive,
attraverso lo scambio di conoscenze.
Inoltre i consumatori hanno deciso anticipatamente
la quantità di prodotto che andranno
Federico Pedini Amati a comprare, assumendosi, per la prima volta,
ad anticipare parte della spesa finale, andando
così a coprire i primi costi sostenuti dagli
agricoltori. I cereali provengono da agricoltura
biologica non certificata perchè il desiderio è
quello di creare un nuovo rapporto di fiducia
tra tutte le parti attive nel patto, garantendo la
massima qualità attraverso la totale trasparenza
produttiva e lo scambio reciproco di informazioni,
rendendo così superflue le certificazioni
e riuscendo, in questo modo, a contenere i
prezzi del prodotto finale. Si sono quindi costruite
le basi per una vera filiera corta, dove tutto,
dalle coltivazioni ai laboratori di trasformazione
è visitabile.
L'obiettivo principale è lo sviluppo di una
diversa modalità di produzione e di acquisto,
opposta alle attuali leggi economiche che minano
il vivere e il bene comune. ”Desideriamo
creare nuovi luoghi di comunicazione e di reciproca
conoscenza - ci dice Adriano Tuzzi - all'interno
dei quali tutti gli attori hanno la possibilità
di incontrarsi, conoscersi, scambiare i propri saperi.
Vogliamo creare un nuovo tipo di scambio
che non sia solo economico ma soprattutto
umano”.
Gianluigi Pagano
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