giovedì 17 dicembre 2020

Ricordando le “Ostriche Rosa” di Scardovari

 



In occasione della presentazione del programma 2021 di Borghi Europei del Gusto alla Enoteca di Cormons per ESOF2020, Alessio Greguoldo, ha presentato le Ostriche Rosa che alleva a Scardovari, nel parco naturale del Delta del Po(zona Patrimonio Unesco e Riserva della Biosfera), in collaborazione con l’Azienda francese “Tarbouriech”. 


Realizzare questo processo di produzione non è stata un’impresa facile, visto che la bassa escursione di marea, a differenza di quanto succede in Provenza, terra d’origine di questa squisitezza naturale e di conseguenza gastronomica, non rendeva possibile l’esposizione delle ostriche all’aria per alcune ore, che è indispensabile per garantire la qualità del prodotto.


Si è dovuti quindi ricorrere ad un macchinario, grazie a cui le ostriche nella loro fase iniziale di crescita vengono incollate a funi, quindi messe a dimora in acqua. Successivamente, azionando un motore comandato da terra e completamente alimentato da energia eolica e fotovoltaica, è possibile mettere le ostriche periodicamente a secco, simulando così l’effetto della marea.


Ma che cos’è esattamente l’Ostrica Rosa? E’ un mollusco bivalve (ostrea edulis) il cui aggettivo apposto al nome deriva dal colore caratterizzato da striature sul guscio, prodotte dal sole. Ha le carni piuttosto consistenti e gustose e, molto saporite. E’ un vero scrigno di nutrienti: selenio, rame e zinco, ma anche fosforo, ferro, Omega3 e vitamina B12, preziosi elementi che vengono in nostro aiuto contro l’indebolimento del sistema immunitario, la stanchezza e i radicali liberi. 

 




L’abbinamento tradizionale delle ostriche è con lo Champagne, ma noi, da strenui difensori del Made in Italy, le abbiamo degustate con un buon bicchiere (o forse due!) di Friulano (un tempo detto Tocai) Tocai dell’Azienda Agricola Mont’Albano di Savorgnano, che non ha fatto rimpiangere qualsiasi Champagne.

Gianluigi Pagano


 

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